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Csm, Ermini eletto vicepresidente. Critico il M5s

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David Ermini, deputato Pd, è il nuovo vicepresidente del Csm. Di Maio e Bonafede mettono in dubbio la sua indipendenza

Alla terza votazione, fatto inusuale rispetto alle consiliature passate in cui si raggiungeva prima l’intesa del plenum di Palazzo dei Marescialli, David Ermini è stato eletto con 13 voti nuovo vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Avvocato penalista 59enne, ha alle spalle due legislature nel Partito Democratico. La sua militanza politica nelle fila dell’opposizione ha subito provocato gli attacchi del Movimento 5 stelle, che ha commentato duramente la sua elezione presieduta dal capo dello Stato Sergio Mattarella. Il vicepremier Luigi Di Maio affida a un post su Facebook la sua indignazione scrivendo: “È incredibile! Avete letto? Questo renzianissimo deputato fiorentino del Pd è appena stato eletto presidente di fatto del Consiglio superiore della magistratura. Lo hanno votato magistrati di ruolo e membri espressi dal Parlamento. Ma dov’è l’indipendenza? E avevano pure il coraggio di accusare noi per Foa che non ha mai militato in nessun partito. È incredibile. Il Sistema è vivo e lotta contro di noi“. Anche il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, non tarda a far sentire la sua disapprovazione: “I magistrati del Csm hanno deciso di affidare la vice presidenza del loro organo di autonomia ad un esponente di primo piano del Pd, unico politico eletto in questa legislatura tra i laici del Csm. Da deputato mi sono sempre battuto affinché il Parlamento individuasse membri laici non esposti politicamente. Prendo atto che all’interno del Csm, c’è una parte maggioritaria di magistrati che ha deciso di fare politica!“. “Ovviamente – precisa Bonafede – nulla di personale nei confronti del neo eletto vice presidente del Csm, David Ermini, a cui faccio i migliori auguri di buon lavoro“. E conclude: “Continuo a credere che il rapporto tra il ministero e il Csm sia fondamentale per il buon funzionamento della giustizia e mi impegnerò sinceramente e serenamente in questa direzione. Ma ci sono atti che hanno un significato politico che non può essere ignorato“. Ermini dal canto suo fa sapere: “Ho chiesto la sospensione dell’iscrizione al mio partito perché ritengo che quando si assume un incarico istituzionale si deve avere la possibilità di essere libero“. Chi arriva al Csm, ha sottolineato Ermini, “dismette la propria casacca“, e “risponde solo alla legge e alla Costituzione“.