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Realacci: “Sono leale ma non fedele, per questo sono fuori”

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Realacci:sono leale ma non fedele, per questo sono fuori|Parlamentare.tv

Ermete Realacci, commenta l’esclusione dalle Liste Pd: “Sono leale ma non fedele, per questo sono fuori”

In un lungo Post su Facebook, Ermete Realacci ha commentato la sua esclusione dalle liste del Partito democratico, accusando il leader Matteo Renzi di essere disattento rispetto ai temi ambientali: “In questi anni la prospettiva della centralita’ della sfida ambientale si e’ molto rafforzata nel mondo, sia per l’emergere dei problemi, che per l’evidenza delle opportunita’ che si aprono con la green economy” sottolinea. Ma “Matteo e chi gli e’ piu’ vicino – prosegue – e’ di fondo convinto che questo tema non sia centrale e non sia pagante dal punto di vista elettorale. Nonostante i miei tentativi, pensa di coprirlo con qualche battuta e qualche allusione sparsa. Ma quel tempo e’ finito. Ritengo sia un errore grave che indebolisce la capacita’ di attrazione del Pd e invecchia la sua proposta politica ed economica. Oscar Wilde diceva che “solo i superficiali non giudicano dalle apparenze”, penso che la mia esclusione, in particolare, sia in realta’ legata a due scelte entrambe legittime. Da un lato la sottovalutazione della frontiera ambientale. Il motivo, tra gli altri, per cui ho partecipato con convinzione alla nascita del Pd e’ stata l’intenzione dichiarata di costruire un progetto in cui ambiente, innovazione, identita’ positiva del Paese, economia, lavoro, societa’, territori, diritti, si potessero incrociare e dare forza ad un’Italia che fa l’Italia, che non lascia indietro nessuno e affronta il futuro. Retorica? Per me no. Sono gli stessi motivi che mi hanno spinto, con grande convinzione, a sostenere con tanti altri la leadership di Matteo Renzi. Ero convinto che la sua indubitabile e straordinaria energia vitale potesse essere messa al servizio anche di questa idea d’Italia, che a sua volta poteva dare forza e profondita’ alla sua spinta al cambiamento. In questa idea di politica e di Italia ecoreati e piccoli comuni, prevenzione e fonti rinnovabili, coesione sociale e Made in Italy, parchi e chimica verde sono chiamate a giocare in serie A e non a partecipare ad un torneo cadetto. Per questo ho lavorato con continuita’ e intensita’, per quanto mi e’ stato possibile: nella legislatura sono stati ottenuti importanti risultati in Parlamento con l’impegno determinante del Pd ma con un sostegno spesso molto piu’ ampio“.
Ha, poi, proseguito: “Per me la lealta’, in politica come nella vita, e’ molto importante, ma deve essere collegata ad un progetto condiviso e non coincide con la fedelta’. Questi interventi erano atti d’amore per il nostro Paese e per il Pd un aiuto a rafforzare una leadership orientata al futuro. Non ho del resto mai pensato che i cortigiani de ‘I vestiti dell’imperatore’ gli rendessero un buon servizio”. “Come molti sanno – scrive – non saro’ candidato nelle liste del Partito Democratico per le elezioni parlamentari. Continuero’ ovviamente fuori dal Parlamento il mio impegno civile e politico, come e’ accaduto anche in questi anni con la Fondazione Symbola, con Legambiente e con tanti altri. Spero anzi di riuscire a rispondere, almeno in parte, alle proposte arrivate per nuove imprese. Altrettanto ovviamente votero’ Pd e mi auguro un risultato positivo: sono presenti nelle liste moltissime persone di grande qualita’ e, se sara’ possibile, cerchero’ di aiutarle nelle prossime settimane”. Secondo Realacci: “cinismo e durezza devono essere commisurati alla vera posta in gioco. In piu’, su di me, ha pesato la convinzione che ogni considerazione, su questi argomenti politici, fosse un attacco alla sua leadership che ho sostenuto anche nelle ultime primarie. Detto questo per me e’ assolutamente evidente che un buon risultato del Pd e della coalizione di centrosinistra e’ essenziale per dare spazio all’Italia che mi sta a cuore. Invito quindi i tantissimi che mi hanno inviato messaggi di stima e vicinanza, annunciando talvolta di non voler piu’ votare il Pd, a ripensarci. Credo sia chiaro a tutti quali sono le alternative in campo e personalmente non sono mai stato colpito, almeno spero, dalla sindrome di Tafazzi. Ci sara’ tempo di discutere in maniera non superficiale a partire da un proverbio africano che dice: “se vuoi andare veloce vai da solo, se vuoi andare lontano vai insieme agli altri”. E’ un’indicazione – conclude – che vale per tutti”.